N° 29

 

SOTTO IL VULCANO

 

(PARTE PRIMA)

 

        

LE FIAMME DELL’IRA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Molte persone dopo aver subito un intervento al cuore, specialmente uno delicato come l’impianto di uno speciale pacemaker, assieme alla sostituzione di parte del tessuto cardiaco con del nuovo tessuto, derivato dal proprio materiale genetico, in un’operazione così all’avanguardia che non più di tre persone in tutto il globo sono in grafo di eseguirla correttamente, se la prenderebbero comoda, ma molte persone non sono Anthony Edward Stark.

            Nonostante abbia da poco lasciato ogni carica esecutiva nella società chiamata REvolution, di cui continua ad essere uno degli azionisti di maggioranza, Tony non ha intenzione di starsene con le mani in mano.  L’intervento al cuore era necessario dopo il severo infarto che aveva subito qualche tempo prima.[1] Ad eseguire la complessa operazione ricostruttiva era stato l’inventore della tecnica: un chirurgo e genetista di fama internazionale, pioniere della ricerca sulla chirurgia genetica, il dottor Josè Santini, assistito dal dottor Keith Kincaid. Aveva sostituito il tessuto cardiaco danneggiato ed inserito un pacemaker permanente per regolare il battito cardiaco. A parte il fastidio di una nuova operazione ambulatoriale tra qualche anno, per sostituire le batterie del pacemaker, Tony poteva stare tranquillo. Sono passati tre giorni da allora e lui è uscito dall’ospedale e si sente davvero bene. Naturalmente chi lo conosce non si aspettava che se ne stesse davvero a riposo ed ovviamente, se vogliamo metterla così, non è stato deluso.

 

            Quando Jim Rhodes arriva per fargli visita nel suo attico della Stark Tower a Manhattan, lo trova impegnato al tavolo da disegno.

-Salve Rhodey.- lo saluta –Stavo lavorando ad alcuni progetti per una nuova versione dell’armatura.-

-Di certo hai uno strano concetto di riposo.- commenta Rhodey.

-Non farmi prediche, ti prego. A quelle ci pensa anche troppo Pepper… e non solo lei, purtroppo. È solo una visita di cortesia la tua o c’è qualcosa di cui vuoi parlarmi?-

-A dire il vero, si. Si tratta di questa storia di dimetterti dalla Presidenza della REvolution e lasciare me in carica.[2] Speravo che volessi ripensarci.

            Tony scuote la testa.

-Niente affatto. Le cose mi vanno benissimo come sono. Adesso che sono libero dagli incarichi esecutivi ho il tempo di badare a cose davvero importanti come seguire la mia vita privata, i miei figli, ad esempio.-

-Davvero è difficile immaginarti ritirato a vita privata.-

-Oh ma non è affatto. Così. Ho molti modi per tenermi occupato sai? Resto sempre nel Consiglio dei Direttori, seguo sempre i miei interessi anche se ho deciso di lasciarne la gestione operativa a gente fidata, come te e Pepper; sono tornato ad impegnarmi nel settore tecnico. Ho un sacco di progetti su cui lavorare. Dopotutto, prima di essere un dirigente, sono soprattutto un ingegnere e stavo quasi dimenticandolo. Ed infine potrei anche accettare un’offerta del M.I.T.[3] come lecturer per un corso di lezioni..-

-Ok, mi hai convinto, almeno per il momento.- ammette Rhodey.

-Bene, allora parliamo d’altro: come vanno i preparativi del matrimonio?-

            Rhodey appare decisamente imbarazzato.

-Procedono.- risponde –Ma ammetto che l’idea di affrontare i miei genitori al riguardo mi preoccupa più che affrontare un’altra volta il Mandarino. Sai che a loro, specialmente a mio padre, non è mai piaciuta l’idea che io stessi con una bianca. Quasi vorrei che Rae non avesse avuto quest’assurda idea del matrimonio. Che c’era di male nella nostra attuale situazione?-

-Non chiederlo a me.- replica Tony un po’ divertito.-Io ho programmato almeno tre matrimoni, ma non sono mai arrivato sino in fondo.-

-Il che potrebbe essere stato un bene per le vittime designate.- interviene Pepper Potts, sbucando all’improvviso.

-Pepper sai davvero essere crudele se ti ci metti.- le dice Tony.

-Se lo dici tu…- replica serafica la rossa -Beh Rhodey, forse nemmeno io sono molto adatta a dirti qualcosa, visto com’è finito il mio matrimonio, ma penso che se è davvero quello che volete entrambi, supererete ogni ostacolo.-

-Grazie Pepper, io lo spero davvero.- le risponde

 

            Questo era ieri. Oggi Tony è a bordo del suo aereo privato (averne uno è uno dei tanti vantaggi dell’essere decisamente molto ricchi, pensa Tony) diretto verso Seattle, nello Stato di Washington, dove ha abitato per qualche tempo. L’invito per un meeting sui problemi attuali dell’industria era stato accettato prontamente, anche perché sarebbe stata un’occasione d’oro per cogliere due piccioni con una fava e rivedere una vecchia conoscenza: una donna ed una bella, per giunta, Tony ne ha approfittato anche per riaccompagnare la figlia Kathy a Chicago. Nella città ventosa ha purtroppo avuto la conferma che le cose tra la madre di Kathy, Joanna, e suo marito, Howard Finch Sr. si stanno sempre più deteriorando ed il fatto di essere almeno in parte responsabile della situazione non è stato positivo per il suo umore. Se non altro, almeno, può sperare che un weekend di relax in buona compagnia lo potrà aiutare a sentirsi meglio.

            Come si è soliti dire: meglio non avere aspettative, non si avranno delusioni.

 

 

2.

 

 

            Decisamente da un’altra parte, l’uomo che abbiamo imparato a conoscere come Mister King si rivolge ad un gruppo di collaboratori seduto davanti a lui:

-Mr. Rook, Mr. Knight, Miss Queen… posso dire che è un piacere avervi qui. Fino ad oggi il nostro gruppo ha svolto un notevole lavoro. È vero che abbiamo avuto alcuni inconvenienti, di cui ha fatto le spese il purtroppo assente Mr. Bishop, ma nel complesso la nostra operazione ha raggiunto gli obiettivi minimi prefissi. Ora è il momento di passare alla seconda fase del piano e confido che ognuno di voi farà la sua parte.-

-Naturalmente signore.- rispondono tutti in coro, a parte la donna, che rimane in silenzio con uno sguardo enigmatico.

            La riunione si scioglie e King rimane da solo con la donna chiamata Miss Queen

-Non hai detto nulla durante tutta la riunione, mia cara.- le si rivolge King.

-Perché non avevo nulla da dire.- è la replica della donna, Tutto in lei esprime una profonda sensualità a cui è difficile restare indifferenti e l’uomo che si fa chiamare King si loda da solo per l’autocontrollo che riesce a dimostrare in presenza di lei.

-Sto facendo il lavoro per cui mi hai assunta…- continua la donna -… e devo dire che lo sto facendo molto bene: Rebecca Bergier è completamente nelle mie mani e quando avrò finito con lei, l’avrò completamente spezzata e la Fondazione Stark sarà alla tua mercè.-

-Sei molto compiaciuta di te stessa, vedo.-

-Lo sapevi bene, per questo hai chiamato me: sono la migliore in quel che faccio… e quel che faccio ha i suoi lati piacevoli, molto piacevoli.-

            Parlando si è avvicinata a lui ed ora i loro volti sono vicinissimi e lui sente il suo profumo e qualcosa in più, una sensazione che quasi stordisce. Vorrebbe afferrarla, sbatterla sul divano e strapparle i vestiti e lei lo sa molto bene. La mano di King si stringe sul bicchiere che sta impugnando sin quasi a spezzarlo. Con un evidente sforzo di volontà si costringe a riprendere il controllo sui suoi istinti. Lui è un dominatore, lui esercita il controllo sugli altri, non ha mai permesso che nessuno lo esercitasse su di lui, nemmeno i suoi genitori. Continua a ripeterselo mentre la donna continua a fissarlo con lo stesso sguardo insolente.

-Ora vado.- gli dice –Non vorrei che la mia bella sentisse troppo la mia mancanza… almeno per ora.-

            Appena è uscita King si slaccia il colletto della camicia. Ha bisogno d’aria. Esce sul terrazzo e respira a pieni polmoni. Guarda il panorama sotto di se. New York: una città destinata ad essere presto sua. La partita tra lui e Tony Stark è appena cominciata ed il vincitore sarà deciso solo dalla mossa finale.

 

 

            Seattle. Una breve sosta nell’avveniristica casa che Tony possiede a ridosso del mare, ormai è diventata una casa per le vacanze ed una sorta di foresteria per i suoi top manager in visita, specialmente uno. Il solo motivo per cui Happy Hogan è venuto con lui a Seattle si chiama Hannah Donleavy, una donna impegnata in opere di beneficenza che coinvolgono i minori, ma che ha coinvolto anche un adulto come Happy. Tony è contento della situazione, è bene che Happy non perda tempo a rimuginare sulla fine del suo matrimonio con Pepper, non aveva senso che si macerasse per qualcosa di finito.

            Happy se ne va presto per conto suo e così fa Tony. In poco tempo ha raggiunto il luogo d’incontro e ad accoglierlo c’è l’affascinante Dottoressa Ramona Napier, una dei più famosi vulcanologi della Nazione.

-Tony, sono felice di vederti qui.- lo accoglie la donna.

-Ed io di incontrarti.- risponde lui –Come sempre sei la più affascinante e sexy vulcanologa che conosca.-

-Adulatore, sono la sola vulcanologa che conosci.-

-Touché. Ciò non toglie che tu sia davvero affascinante.-

-Uhm. Ne riparleremo più tardi d’accordo? Ora sono affamata e mi aspetto che tu mi porti nel più esclusivo ristorante della città. –

-Il più esclusivo che conosco: casa mia, con servizio a domicilio direttamente dal migliore ristorante cittadino.-

-Uh, uh, vai dritto al sodo, vedo. Bene, bene, non ho mai sopportato gli ipocriti.-

-Mi fa piacere sentirtelo dire.- commenta Tony e la prende sottobraccio.

 

            L’uomo con il pesante esoscheletro ha una voce che a buon diritto può essere definita cavernosa.

-Quando potrò entrare in azione?- chiede.

-Al momento giusto, amico mio, al momento giusto, quando la nostra azione farà più male.-

-Non mi piace aspettare.-

-Quello che vogliamo è creare danno e sconvolgere quei porci capitalisti che danneggiano l’ambiente, non è vero?-

-È quello che voglio, si.-

-Allora fidati di me e non te ne pentirai.-

 

 

3.

 

 

            È stata una bella serata: cena per due sulla terrazza della villa di Tony e poi la musica dal migliore impianto stereo che i soldi possono permetterti di comprare ed infine la degna conclusione su lenzuola di seta.

-Sei davvero sicuro di poterlo fare?- chiede Ramona mentre Tony le sbottona la camicetta -Voglio dire.. ho sentito che sei stato appena operato al cuore, non vorrei che…-

-Tranquilla.- risponde lui sorridendo –Non ci sono rischi, anzi….-

            Il resto non ha bisogno di ulteriori parole da parte di nessuno dei due e la notte appartiene a loro.

 La notte passa e lascia il posto al giorno e quando Ramona si risveglia, stirandosi soddisfatta, Tony è già in bagno a prepararsi.  Lei non perde tempo a raggiungerlo.

-Sei sempre così mattiniero?- gli chiede.

-Le vecchie abitudini sono dure a morire…- risponde Tony -… anche ora che potrei prendermela comoda. Anche se, a dire la verità, oggi c’è la prima giornata del congresso e mi piacerebbe arrivare in tempo per l’apertura.-

-Mmm, c’è ancora tempo ed io conosco un modo piacevole per passarlo.-

-Cielo, scusami la battuta, ma voi vulcanologhe siete tutte così calde?-

-Io ho la lava nelle vene.- risponde Ramona mettendo la mano in un punto “molto sensibile”. Di Tony. A questo punto lui smette di parlare.

 

A New York un giovane uomo solleva gli occhi dal computer. Il suo nome è Philip Grant, ma negli ambienti degli hackers è conosciuto come Raven, il Corvo. Di recente ha scoperto su di se una verità che ha sconvolto il suo mondo e le sue certezze. Sta cercando di adattarsi alla nuova situazione, ma non è facile. La cosa non gli piace per niente. Nel mondo virtuale della Rete ha sempre il pieno controllo della situazione, ma al di fuori deve seguire le regole fatte da altri e non è una cosa facile per lui.

-Mi fa piacere vederti al lavoro.- la voce calda di Ling McPherson, la Responsabile della Sicurezza della Stark-Fujikawa, di fatto il suo superiore diretto, lo scuote dai suoi pensieri.  Si è sentito attratto da lei sin da quando l’ha conosciuta, ma lei non ha mai fatto nulla per incoraggiarlo, anzi. Forse non lo considera alla sua altezza. No, questo è ingiusto nei confronti di Ling. La verità è che non approva il suo stile di vita e dal suo punto di vista come rimproverarla? Oltretutto è un amica di… lui.

-Perché non avrei dovuto venire al lavoro?- le ribatte Corvo. -È per questo che sono pagato, sai? E valgo tutti i soldi dello stipendio.-.

-Quando parli così non ho problemi a credere che sei il figlio di…-

-… Tony Stark? Beh biologicamente non posso negarlo, ma per il resto sono sempre lo stesso di prima, non sono cambiato.-

-Sembra che l’idea di essere uno Stark non ti piaccia e mi chiedo perché.-

            Philip non sa nemmeno lui perché parla così schiettamente con Ling

-Dovrei, quindi, essere felice di essere parente di quel ciccione di Morgan Stark con le sue arie e la sua arroganza? Dipendesse da lui vivremmo in un mondo regolamentato ed irreggimentato in cui le grandi corporazioni la fanno da padrone. E lo stesso vale per Mister Playboy Tony Stark. No, grazie, ne faccio a meno.-

-Sei ingiusto… nei confronti di Tony almeno.- replica Ling -… ma temo di non essere capace di farti cambiare idea.-

            Corvo riflette, forse può usare la situazione per inserire un cuneo nell’armatura della bella cinoamericana. Perché no, dopotutto?

-Aspetta!- le dice –Forse potresti cercare di spiegarmi, parlarmi di lui, Tony Stark… se non ti spiace.-

            Ling gli sorride e Philip Grant trattene a stento un sogghigno.

 

Le Sale Conferenze si assomigliano tutte, pensa Tony: e questa in questo Centro Congressi di Seattle, la capitale americana della comunicazione, non fa eccezione. Un sacco di gente tra il pubblico e gli oratori sul palco. Quel che cambia è solo il colore e la qualità delle poltrone e dell’arredamento in genere. Quanto all’argomento del giorno, a chi interessa veramente? Uhm, pensa, sta diventando cinico con l’età? No, a pensarci bene, è sempre stato scettico sulla bontà dei suoi simili, specie quando i suoi simili hanno redditi dai cinque zeri in su e sono impegnati soprattutto a trovare un sistema per pagare meno tasse. 

Anche Happy è arrivato, insieme alla sua amica. In qualità di Direttore Esecutivo della Fondazione Maria Stark potrebbe avere da dire la sua sull’argomento del congresso. Lui è Tony hanno appena il tempo di scambiarsi un saluto e poche parole prima di prender posto al tavolo. Tony riconosce alcune facce: Bill e Steve, ad esempio.[4] La rappresentante della Stark-Fujikawa è Rumiko Fujikawa e lo sta ignorando ostentatamente. Ancora arrabbiata per com’è finita la loro storia? Ha sentito dire che esce spesso con Morgan, Non sembrava il suo tipo, ma si sa: la politica e l’economia creano strani compagni di letto,

Il tema del convegno: ambiente e progresso è del tipo fatto apposta per attirare l’interesse dei gruppi radicali. Per quanto lo riguarda, lui si è occupato di salvaguardia dell’ambiente sin da tempi quasi remoti, quando gli altri suoi colleghi dell’Associazione Industriali gli davano del pazzo a spendere soldi senza pensare ai profitti a breve termine. Beh lui ha visto con i suoi occhi i danni dell’inquinamento[5] ed ha abbastanza coscienza sociale ed intelligenza imprenditoriale da sapere che gli conviene darsi da fare per evitarli prima di essere costretti a pagare per i danni. Sta, appunto, parlando di questo, quando dal pubblico si leva una voce:

-Non crede, Mr. Stark, che etica d’impresa sia un ossimoro?-[6]

            Quella voce, la conosce, ma non è in grado di dire a chi appartiene finché non punta lo sguardo verso di lei: una giovane donna bruna dallo sguardo risoluto

-Sono Roxanne Gilbert, Presidente del Gruppo “Un Mondo Migliore”. Ha capito la mia domanda Mr. Stark?-

            Roxie Gilbert. Odia ammetterlo, ma non pensava più a lei da anni, da quando, cioè, la loro tempestosa relazione era finita bruscamente. E così adesso è a capo di uno di quei movimenti No Global, eh? Riesce benissimo ad immaginarsela mentre marcia per il ritiro delle truppe dall’Iraq o grida slogan anti corporazioni. Era stata proprio la loro divergenza ideologica, per così dire, ad attrarli reciprocamente, ma forse, dopotutto, erano troppo diversi. In fondo lei non gli aveva mai perdonato di essere stato un costruttore d’armi, un peccato originale per il quali molti non erano disposti a concedergli espiazione.

-Per la verità, Miss Gilbert…- si decide a rispondere Tony -… può darsi che lei abbia ragione. Ciò non toglie che un’etica d’impresa dovrebbe esistere. Sono profondamente persuaso che il dovere di tutti sia quello di impegnarsi per rendere il mondo migliore di come l’abbiamo trovato.-

 -E lei davvero è così illuso da credere che le grandi società sacrificheranno il profitto tanto facilmente?- ribatte Roxie Gilbert -Io dico che il rischio che corriamo è che le grandi corporazioni un giorno ci toglieranno l’aria per respirare e non dico solo metaforicamente. Ci stiamo avviando verso una dittatura dei grandi complessi industriali e finanziari.-

-Io credo, Roxie… Miss Gilbert, che questa sia una visione troppo semplicistica e...-

            Tony non termina la frase. Il pavimento trema come per un terremoto e poi, improvvisamente, si apre una voragine da cui esce un uomo o almeno una figura umanoide.

-Basta con le chiacchiere!- urla -C’è un solo linguaggio che questa gente capisce: quello della forza.-

            Oh no, pensa, Tony, non lui, non qui, non adesso.

 

 

4.

 

 

.Roxanne Gilbert è sconcertata. Chi è quel tipo, perché è intervenuto? Un maledetto supertizio, ma non ce ne sono già troppi in giro? Chiunque sia sta letteralmente mettendo a fuoco la sala. Ciò nonostante, lei non esita a mettersi sulla sua strada.

-Fermati, chiunque tu sia!- urla –Qualunque cosa tu voglia, la violenza non è la risposta!-

-Io ti conosco.- replica l’essere –Sei Roxie Gilbert. Tu dovresti essere dalla mia parte. Io combatto la tua stessa battaglia: sono Firebrand!-

            Lo stesso nome di battaglia di suo fratello Gary, ma lui è morto e questo non è lui redivivo, ne è certa. Sembra anche molto più pazzo di quanto Gary fosse mai stato e non importa da quale parte combatta, i suoi mezzi non sono giusti.

-Chiunque tu sia, non ti permetterò di uccidere degli innocenti.- proclama la ragazza.

-Ti credevo diversa. Non importa, se vuoi morire con questi capitalisti, allora morirai!-

            Un getto di lava fusa parte dalle dita di Firebrand verso una Roxie Gilbert pietrificata, ma prima che possa colpirla, un uomo le si getta addosso, facendola rotolare lontano dalla traiettoria. Quell’uomo è Happy Hogan.

-Dovrebbe stare più attenta Miss Gilbert.- le dice.

-Hogan?-

-Già. Curioso incontrarsi così dopo tanti anni, vero? Ora si muova prima che…-

-Attento!- urla Roxie.

            Non un momento troppo tardi. Un nuovo raggio di lava fusa colpisce nella loro direzione. Happy riesce ad evitarlo, ma la parete dietro di loro si fonde e crolla. Roxie ha appena il tempo di vedere Happy gettarsi su di lei nel tentativo di proteggerla, poi entrambi sono travolti dalle macerie.

Il colpo non era volutamente diretto a loro due, era solo uno dei tanti colpi casuali di Firebrand, mentre dal pavimento un fiume di lava fuoriesce dalla voragine da cui il pazzoide supercriminale è uscito e nel salone il panico raggiunge livelli inimmaginabili.

E Tony Stark? Ha assistito impietrito al fato del suo amico e, mentre la gente corre ed altri muoiono davanti ai suoi occhi, sa ben di non avere scelta: deve diventare Iron Man.

 

New York. Howard A. Stark Memorial Hospital. Assistiamo ad una conversazione tra il celebre chirurgo e ricercatore Dottor Josè Santini ed il Dottor Keith Kincaid.

-L’operazione su Tony Stark è stata un lavoro davvero brillante Dottor Santini.- sta dicendo Kincaid.

-La ringrazio.- risponde l’altro –Per la verità, da quanto ho visto, anche lei sarebbe stato perfettamente in grado di eseguirla.-

-Ora che ho visto all’opera la sua tecnica, può darsi, prima non so. Comunque, è sicuro che il paziente sia perfettamente guarito?-

-Il tessuto malato è stato completamente rimpiazzato da uno nuovo e sano.- spiega Santini –Il micropacemaker che abbiamo installato provvederà a tenere regolari i battiti cardiaci se ce ne fosse bisogno. Direi che non dovranno avere sorprese. Certo, almeno per le prossime settimane, Mr. Stark farebbe bene ad evitare stress eccessivi, ma dovrebbe essere abbastanza saggio da fare attenzione, no?-

            Jane Foster-Kincaid è arrivata in tempo per sentire l’ultima parte del discorso tra suo marito e Santini e non vista scuote la testa. Non è affatto sicura che Tony Stark riuscirà a restare fuori dai guai, non ci scommetterebbe molto.

 

            Tony è furioso. Non che si aspettasse davvero che Firebrand sarebbe rimasto per sempre in quella dimensione dove l'avevano spedito Thor e Wonder Man,[7] ma è inutile negare che ci sperava. Perché i supercriminali tornano sempre indietro mentre la maggior parte della gente buona che ha conosciuto rimane morta? Una domanda oziosa. Ora deve indossare l’armatura e battersi per salvare delle vite. Sperava di farne a meno, ma Happy è fuori combattimento e può solo sperare che non sia morto e non c’è tempo per richiamare Carl Walker da Los Angeles. No, deve pensarci lui anche se non è di sicuro quello che i dottori gli consiglierebbero. Al diavolo, non è il momento di rimuginarci su, è il momento di agire.

            Bastano pochi istanti per essere pronto, pochi secondi perché i jet degli stivali facciano il loro dovere. Quanta gente morirà nel frattempo? Quanti saranno i feriti? Basta con questi pensieri.

<<Firebrand!>>

-Ah, il tirapiedi di Stark, sapevo che non potevi essere lontano.-

<<Tutta questa distruzione… perché Firebrand?>>

-Davvero lo chiedi? Questa gente avvelena il mondo, lo distrugge, qualcuno deve fermarli e quello sarò io.-

<<Basta. Sono stufo della tua retorica da quattro soldi, di tutti i discorsi che fai per coprire il fatto che sei un assassino, devi finirla e la finirai adesso!>>

             Con tutta la sua forza Iron Man colpisce Firebrand, ma questi riconfigura i moduli del suo esoscheletro, formando due cannoncini che canalizzano la sua energia esplosiva e la scaricano sul Vendicatore dorato. Colpito in pieno Iron Man si trova proiettato fuori dal palazzo ad una velocità altissima.

-Non avresti mai dovuto metterti contro di Me, Iron Man e non fermerai la mia opera di purificazione.-

            E così dicendo, Firebrand prende il volo lasciandosi alle spalle una scia di fuoco e di morte.

 

 

5.

 

 

            Meredith McCall è sola nell’attico di Tony Stark e riflette sulla sua attuale situazione. È curioso che, dopo anni di relativa quiete, la sua vita sia divenuta improvvisamente complicata. Molte delle certezze su cui basava la sua vecchia vita sono miseramente crollate ed hanno dovuto essere ricostruite. Ha un figlio adulto che in realtà è un estraneo e con cui deve costruire un rapporto… e poi c’è Tony. è stato così gentile ad ospitarla nel suo appartamento ed a consentirle di usarlo liberamente durante le sue assenze, ma, a parte questo, cosa c’è tra loro adesso? Erano innamorati un tempo, come possono esserlo solo due ragazzini, ma è stato tanto tempo fa e non si può far rivivere il passato, vero?  Lo squillo del telefono la distrae da quelle riflessioni. Se sperava che fosse Tony, Meredith è subito delusa, ma è comunque una voce familiare quella all’altro capo del filo.

<<Sono felice di risentirla Miss McCall.>> dice nel suo ottimo inglese Kenshiro Fujikawa, Presidente del Consiglio dei Direttori della Stark-Fujikawa

-Ed a me fa piacere risentire lei Fujikawa San.- risponde Meredith –Sono contenta di saperla in buona salute.-

<<Oh queste vecchie ossa resistono, per ora. Ho saputo che la ricerca del suo figlio perduto si è conclusa… in modo soddisfacente, pare.>>

-Si, forse si, ma adesso viene la parte più difficile, temo.-

<<La famiglia è una cosa molto importante, Miss McCall. Mi auguro che lei riesca a costruire un solido rapporto con suo figlio. Ho saputo che è un impiegato della mia società. Se vuole posso intervenire perché abbia un giusto posto nell’azienda che porta anche il suo nome.-

<<La ringrazio dell’offerta, Fujikawa San, ma per ora non credo che sia saggio. Da quel poco che so di lui, è un ragazzo molto orgoglioso.-

<<Come suo padre. La mela non cade mai troppo lontana dall’albero.>>

-Saggezza orientale?-

<<In verità è un proverbio occidentale, ma non per questo meno saggio, direi.>>

-Non le piace Tony Stark, vero?-

            Pausa sulla linea, mentre il vecchio Fujikawa misura le parole:

<<È un uomo molto in gamba, ma molto inaffidabile nei rapporti umani. Io sono un uomo all’antica ed i miei valori non vengono spesso compresi dalle nuove generazioni, tuttavia non credo di sbagliarmi.  Un uomo come lui è capace di guadagnarsi forti lealtà, ma alla fine non è capace di legare davvero con nessuno. Alla fine resta un solitario e le sue storie con le donne lo dimostrano.>>

            Ed infine era qui che volevi arrivare, pensa Meredith, non è vero? Buffo come funzioni la morale di certa gente. Scommetterebbe che il vecchio non ha mai trovato nulla di sconveniente nel frequentare una casa di geishe dopo l’ufficio e poi tornare dalla moglie, ma uno come Tony, non sposato e con molte donne intorno, è tutta un’altra storia, vero?

-Non si preoccupi Fujikawa san, so badare a me stessa.-

            Dopo aver riattaccato Meredith deve ammettere di essere lusingata dell’attenzione del vecchio giapponese, ma non ha bisogno di un secondo padre, le bastano i guai che quello vero ha combinato alla sua vita. Non che il vecchio abbia poi tutti i torti nei confronti di Tony. Basta vedere come si barcamena con le donne che gli girano attorno: lei stessa, Joanna Nivena e Pepper Potts. E scommetterebbe che qualunque cosa stia facendo adesso, c’è una donna di mezzo.

 

            Quando Tony si riprende l’armatura si è ormai raffreddata. La griglia energetica ha fatto il suo lavoro convertendo il calore in energia.. Grazie cara, vecchia amata tecnologia. Adesso quel che deve fare è semplice: raggiungere Firebrand e dargli uno di quei colpi capaci di spedirlo in orbita.  Si sente davvero furioso ed una parte di lui pensa che non è solo perché Firebrand se ne infischia delle vite umane che vanno perse nelle sue crociate o perché, tra gli altri, ci sono andati di mezzo un suo carissimo ed una donna che un tempo aveva significato qualcosa per lui. No, c’è qualcosa di più sottilmente personale. Quelle sparate ideologiche che sono il parto distorto della mente malata di Firebrand colpiscono un suo nervo scoperto e questo Tony non riesce a sopportarlo.

            Mentre raggiunge il Centro Congressi, Iron Man vede i mezzi della Polizia avvicinarsi e con essi le ambulanze, tutti tenuti a distanza da un Firebrand che non sono in grado di gestire e che ora si libra nell’aria ridendo mentre la lava fuoriesce dal terreno in mille rivoli. Ecco che finalmente lo vede.

-Sapevo che saresti tornato presto Iron Man.- gli si rivolge -Peccato che non riuscirai a fermarmi.-

<<Questo lo vedremo.>> replica il Vendicatore Dorato e lo colpisce con un doppio colpo di repulsori

-Tutto qui? Non basta a fermarmi, dovresti saperlo.-

            Non essere stupido, si dice Tony, non farti guidare dall’ira, hai delle priorità. Sconfiggere questo pazzo non è così importante come salvare le vite delle sue vittime. È anche vero che se si vuole far qualcosa bisogna prima sbarazzarsi di lui, almeno per un pò e forse ha appena capito come.

<<Ci facciamo un viaggetto, Firebrand.>>

            Senza perdere tempo Iron Man si precipita contro il suo avversario ed attiva un circuito che lo fa aderire magneticamente al suo esoscheletro

-Ehi! Cosa stai facendo?-

<<Semplicemente una bella corsa, amico.>>

            Ed è esattamente quello che accade: a tutta velocità Iron Man si dirige verso il mare, precisamente la Elliot Bay, e ci si tuffa dopo aver aperto una falla nell’esoscheletro di contenimento di Firebrand.

-Che cosa fai? Nooooo!-

            Quando piombano in acqua il risultato è un’esplosione che solleva un piccolo geyser di vapore super riscaldato.

 

            Da un punto d’osservazione non molto lontano, un uomo guarda verso, la baia, mentre parla, tramite un auricolare, con un distante interlocutore

-Firebrand sta facendo un ottimo lavoro, signore. Ovviamente non sospetta di essere stato manipolato.-

<<Si può sempre contare sui fanatici per creare un po’ di caos e panico al momento giusto..>> gli risponde una voce maschile << Fa piacere vedere i propri piani andare a buon fine una volta tanto.>> >

-Signore, mi scusi se glielo chiedo: come faremo a controllare un tipo imprevedibile come Firebrand?-

<<Non credo sia possibile riuscirci, ma se saremo fortunati ci penserà Iron Man a levarci le castagne dal fuoco e se non dovesse farcela, beh abbiamo la nostra ultima risorsa.>>

-Ne è davvero sicuro signore? Voglio dire…-

<<So cosa vuol dire, ma dopotutto nel nostro gioco Firebrand non è altro che una pedina sacrificabile, al pari di tante altre.>>

            Il che non è affatto rassicurante, pensa l’uomo..

 

 

6.

 

 

            Rumiko Fujikawa si sente come se fosse passata sotto un tritacarne.  Sta bene o almeno crede. Se solo il mondo la smettesse di girare ed il bruciore cessasse. Firebrand: aveva già conosciuto quel pazzoide. Per pura coincidenza, era stato lo stesso giorno e nello stesso luogo in cui aveva incontrato per la prima volta Tony Stark.[8] Due cose da dimenticare entrambe. Quanti morti e quanta devastazione aveva provocato allora quel pazzo? E quante ne ha provocati qui e adesso? Spera di non essere ferita gravemente, di non morire. Con uno sforzo di volontà apre gli occhi. I paramedici si stanno dando da fare. Riconosce il tizio sulla barella vicino a lei: è il braccio destro di Tony, com’è che si chiama? Hogan, giusto? Sembra ridotto male, non dà segni di vita. Nella sua confusione Rumiko sente pochi brani di conversazione.

-… conciato male….-

-.. ustioni serie…-

-.. trama cranico…-

-.. la donna non è messa meglio…-

-.. ce la farà?-

-Chi può dirlo?-

… attenti… sta andando in asistolia…-

-.. la stiamo perdendo…-

            Parlano di Hogan e di che donna parlano? Quella che ha aggredito per prima? Se solo..   se solo riuscisse a.. a mantenere gli occhi aperti… se solo…

            La coscienza abbandona Rumiko Fujikawa e la ragazza si abbandona all’oblio.

 

            Ramona Napier è preoccupata. È abbastanza brutto essere prelevata senza preavviso dal suo studio, ma ora che guarda la scena dall’alto non ha neanche il tempo o la voglia di sentirsi seccata, è troppo presa ad essere preoccupata. In tutta l’area si stanno aprendo fenditure nel terreno e ne esce lava incandescente. Le scosse si stanno moltiplicando sempre di più.

-Mio Dio!- esclama Ramona –Ma cosa sta succedendo?

-È opera di un tizio di nome Firebrand.- le risponde un tizio, la sua targhetta di riconoscimento dice che è un agente del F.B.S.A. -Una specie di fornace ambulante. Non sappiamo come abbia fatto e speriamo che lei ci possa dare spiegazioni ed una mano per fermarlo.-

-Io?

-È la sola vulcanologa sul nostro libro paga.- risponde seraficamente.- l’uomo.

            Ecco cosa succeda quando si accetta un incarico di consulente per un Organismo Governativo così particolare. Ramona spera che non si aspettino miracoli da lei, perché non è ancora attrezzata per quello.

 

            Quando Iron Man emerge dalle acque sa che non può illudersi di aver fermato per sempre Firebrand, ma almeno ha guadagnato abbastanza tempo per consentire ai soccorsi di agire. Un breve volo lo porta sino al Centro Congressi. Le fiamme sono ormai quasi del tutto spente, ma l’area intorno è ancora un piccolo inferno, Ci sono rivoli di lava che si allontanano dal luogo, piccoli torrenti di fuoco.

Gli dicono che morti e feriti sono stati sgomberati. È una buona notizia, ma che ne è stato di Happy e Roxie? Non ha tempo di chiederselo, perché individua un uomo che gli sta facendo dei segni. È assieme a Ramona Napier. Bene, forse lei avrà dei suggerimenti validi.

-Howell, F.B.S.A.- si presenta l’uomo-Mi dica che ci ha sbarazzati da Firebrand.-

<<Beh.. a dire il vero, non ne sono affatto sicuro.>

 E come a rimarcare quello che a detto, ecco una nuova scossa nel terreno, seguita da un’esplosione, mentre poco distante si apre una nuova voragine, l’aria si surriscalda, poi, una colonna di lava sale verso l’alto con enorme fragore, per poi ricadere al suolo

A Seattle c’è l’Inferno.

 

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non perdiamo tempo, via con le note.

1)       Dovreste ricordare tutti che, prima di ritornare a vivere a New York all’inizio della sua serie MIT, Tony ha abitato per un certo periodo a Seattle. Ora scopriamo che vi possiede ancora la villa superaccessoriata che si era fatto costruire sull'oceano.

2)       La Dottoressa Ramona Napier è una vecchia conoscenza di Tony e dei Vendicatori assieme ai quali fu coinvolta contro Terminus molto tempo fa. Essendo una bella donna, Tony non poteva non farle una visita, diciamo così, trovandosi a Seattle. -_^

3)       Roxanne Gilbert è una delle tante “fidanzate” storiche di Tony Stark. È comparsa per la prima volta ben 31 anni fa: Era la figlia di Simon Gilbert, che per un certo periodo fu Presidente del Consiglio dei Direttori di quella che all’epoca era chiamata Stark International. Tony lo destituì dopo aver scoperto alcune sue manovre poco pulite e d in seguito Gilbert morì in seguito ad un attentato alla Stark Int. Da lui stesso organizzato. Lasciava due figli: un maschio ed una femmina, entrambi di idee radicali e che avevano voltato le spalle a lui ed al suo stile di vita. Per un certo periodo Tony e Roxie ebbero una relazione in cui le loro opposte idee politiche e sociali si scontrarono spesso. Alla fine, senza molte spiegazioni, Roxie se andò, tornando nella nativa Detroit nel Michigan. Oggi apprendiamo che è diventata Capo di uno dei gruppi legati al movimento No Global. Quanto a suo fratello…

4)       Gary Gilbert assunse l’alias in costume di Firebrand, ma dopo alcuni exploit fu ucciso dal Flagello dei Criminali. Il nuovo Firebrand, invece, era un attivista di un gruppo di ecoterroristi che era rimasto coinvolto in un’esplosione in un centro chimico, esplosione che lo ha reso: A) una massa di lava ambulante, B) completamente pazzo, C) facilmente manipolabile da altri. Nel caso della sua prima apparizione da un gruppo, “La Spada Fiammante”, che mascherava dietro una facciata da ecoterroristi una banda di saccheggiatori; in questo caso .. chissà?

Nel prossimo episodio: Seattle brucia? E che fine hanno fatto Happy Hogan e Roxie Gilbert? E chi ha assoldato Firebrand e perché? Lo saprete nel prossimo episodio in cui saprete anche la vera identità del misterioso Mr. King, promesso. -_^

 

 

Carlo

 

 



[1] Nell’episodio #14

[2] In Iron Man #25

[3] Masaachussetts Institute of Technology, prestigiosa università tecnica americana

[4] Bill Gates della Microsoft e Steve Jobs della Apple, ovviamente. -_^

[5] Ad esempio in Iron Man Vol 1° #25 e 31 (Devil, Corno, #114 e 119/120)

[6] Accostamento di due termini antitetici, come, ad esempio: “Ghiaccio bollente” o “Gelato caldo” (un Carlo enciclopedico -_^

[7] In Avengers Wizard Edition #0 (Iron Man & I Vendicatori #50)

[8] In Iron Man Vol 3° #4 (Iron Man & I Vendicatori #35)